Gli italiani


Tratto dal romanzo Camera con vista di Edward Morgan Forster

Il signor Beebe era nell’impossibilità di raccontare alle compagne l’avventura successagli a Modena, dove la cameriera gli era piombata addosso mentre stava facendo il bagno, esclamando giuliva: “Fa niente, sono vecchia”. Si accontentò di dire:”Sono pienamente d’accordo con lei, signorina Alan. Gli italiani sono un popolo sgradevolissimo. Cacciano il naso dappertutto, vedono tutto, e sanno quel che vogliamo prima che lo sappiamo noi stessi. Siamo a loro mercé. Leggono i nostri pensieri, predicono i nostri desideri. Dal fiaccheraio a…Giotto, ci rivoltano come un abito smesso, e questo mi irrita. E nondimeno, nel profondo del cuore, essi sono…ah, che esseri superficiali! Non hanno il concetto della vita intellettuale[…].

Un amore di Swann

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Oggi trascrivo un brano tratto dalla Recherche, capolavoro di Marcel Proust. Riportare soltanto un brevissimo stralcio di un’opera tanto complessa e geniale significa attuare una violenza su di essa. Tuttavia, anche un’operazione così discutibile può essere utile se diventa uno stimolo per la lettura della Recherche, splendido frutto della fatica di un eccellente scrittore.

Il brano è tratto dal racconto in terza persona intitolato Un amore di Swann, che fa parte della Recherche e narra la storia d’amore fra Charles Swann e Odette de Crècy.
Riporto la parte finale del racconto, amara nel suo spietato realismo.

Ma mentre, un’ora dopo essersi svegliato, dava indicazioni al parrucchiere perché la sua pettinatura a spazzola non si scompigliasse durante il viaggio, ripensò al sogno, rivide, vicinissimi come gli erano parsi, il colorito pallido di Odette, le gote emaciate, i lineamenti tirati, gli occhi pesti, tutti quegli elementi che – nel corso delle successive tenerezze che avevano fatto del suo durevole amore per Odette un lungo oblio dell’immagine avutane all’inizio – aveva smesso di notare dopo i primi tempi della loro relazione, là dove, mentre dormiva, la sua memoria era certo andata a ricercarne la sensazione esatta.
E con quella grossolanità intermittente che riaffiorava in lui non appena finiva d’essere infelice e che, contemporaneamente, abbassava il livello della sua moralità, esclamò fra sé: “E dire che ho sciupato anni della mia vita, ho desiderato di morire, ho avuto il mio più grande amore, per una donna che non mi piaceva, che non era il mio tipo!”.

(L’edizione del testo è curata da Giovanni Raboni per la Mondadori).

La difficoltà di pensare

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Alcune frasi tratte dal romanzo Un incantevole aprile, di Elizabeth von Arnim, ed. Bollati Boringhieri.

Scrap affondò la testa nei cuscini, e con i piedi incrociati sul basso parapetto si abbandonò di nuovo ai suoi pensieri. Si disse, come si era ripetuta per tutta la mattina: adesso mi metto a pensare. Ma non avendo mai pensato a niente per tutta la vita, fu difficile.

Washington Square

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Il dottor Sloper è un uomo ricco, arguto, intelligente e profondamente disancantato, capace di giudicare cose e persone con freddo realismo.
Ecco un dialogo che si svolge fra lui e sua sorella, la signora Penniman. I due parlano di Catherine, la figlia del dottor Sloper, che in questa parte del romanzo ha dodici anni.

– Cerca di farne una donna in gamba, Lavinia; vorrei che fosse una donna in gamba.
La signora Penniman lo guardò pensierosa un momento.
– Mio caro Austin – gli domandò poi – pensi che sia meglio essere in gamba o buona?
– Buona a che cosa? – chiese il dottore- Non sei buona a niente se non sei in gamba.

(Testo di riferimento: Henry James, Washington Square, Bur, 1999. In foto l’edizione tascabile Garzanti)

Orgoglio e pregiudizio

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E’ verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi.
Per quanto poco si conoscano, di costui, i sentimenti e le intenzioni, fin dal suo primo apparire nelle vicinanze, questa verità si trova così radicata nelle teste delle famiglie circostanti che queste lo considerano senz’altro come la legittima proprietà dell’una o dell’altra delle loro figliuole. […]

(L’inizio di Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Testo di riferimento ed. Oscar Mondadori 1983)

Frammenti tratti da “Via col vento” (III)


Rossella, rimasta vedova subito dopo il suo primo matrimonio, si trova ad Atlanta. Al ballo di beneficenza in favore dell’ospedale militare, desta scandalo perché, ancora in lutto, accetta di danzare con Rhett Butler.
Ecco un breve stralcio del dialogo che si svolge fra i due mentre ballano
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Rossella – Non tutto si può comprare col denaro.

Rhett – Questo deve averlo detto qualcuno. Non avreste mai pensato da sola una simile insulsaggine. Che cosa non si può comprare?

Rossella – Mah, non saprei…Per esempio, la felicità o l’amore.

Rhett – Di solito si può comprare anche quello. E quando non si può, si compra qualcuno dei migliori surrogati.