Il marchese di Roccaverdina

capuana
Il maggior teorico del Verismo, nonché ispiratore e amico di Giovanni Verga, fu Luigi Capuana (1839-1915). Docente di Letteratura italiana presso le Università di Roma e di Catania e critico letterario di notevole valore, scrisse romanzi, raccolte di novelle e commedie in dialetto siciliano.

Il suo romanzo più importante è Il marchese di Roccaverdina (1901), che narra una vicenda torbida e morbosa. Un nobile siciliano ha una relazione con una ragazza del popolo, che non può sposare per ragioni di censo. Decide quindi di darla in moglie a un suo fattore, Rocco Criscione, facendo però giurare a entrambi che la loro unione sarà tale soltanto di nome. Il marchese, infatti, intende continuare la relazione con la giovane donna, dalla quale pretende fedeltà assoluta. Tuttavia, dopo un po’ di tempo comincia a nutrire sospetti sulla coppia e ciò sarà causa di conseguenze devastanti.

Non intendo scrivere una recensione del romanzo. Mi limito soltanto a raccomandarlo per alcuni indiscutibili pregi: l’acuta caratterizzazione psicologica dei personaggi, la puntuale rievocazione della mentalità siciliana del tempo e la sapiente costruzione della suspense.